Tipologie di Danno

Report MEDMAL

Studio sull’andamento del rischio da medical malpractice nella sanità italiana pubblica e privata

Report MEDMAL

Studio sull’andamento del rischio da medical malpractice nella sanità italiana pubblica e privata

Non sono meritevoli di attenzione ai fini risarcitori:

In linea generale, in ambito di responsabilità medico-sanitaria, se un comportamento attivo od omissivo, anche se errato o censurabile, non ha prodotto un danno concreto (permanente o temporaneo, di durata consistente), non potrà essere oggetto di richiesta di risarcimento, e dunque per gruppo SOS non presenterà il presupposto essenziale di procedibilità.

Errori Chirurgici

professional surgery team in the operating room, urgent surgery. Professional smart intelligent surgeons standing near the patient and performing an operation while saving his life
Corpi Estranei nel focolaio Chirurgico

Un errore di questo tipo può verificarsi quando durante un’operazione chirurgica vengono dimenticati strumenti o garze all’interno di un sito chirurgico. Se un corpo estraneo rimane a lungo all’interno del corpo umano, questo potrebbe comportare conseguenze molto gravi. Potrebbero sopraggiungere infezioni, sepsi, perforazioni nonché danni agli organi e anche la morte del paziente.

Intervento su parte o lato  del corpo sbagliato

Questo genere di errore potrebbe aversi lì dove manca un piano di pianificazione operatoria, quando mancano dei meccanismi di controllo tra gli operatori chirurgici o nei casi in cui c’è un’inadeguata comunicazione tra operatori sanitari e pazienti. È stato stimato che un errore di questo tipo si verifichi una volta ogni 1000-3000 interventi all’anno. Un esempio è la rimozione del rene sano al posto di quello malato o ancora un intervento eseguito su un dito sano al posto di quello fratturato.

Esecuzione Chirurgica impropria

Si parla di esecuzione chirurgica impropria quando un intervento chirurgico non viene eseguito secondo i protocolli medici o le linee guida accolte dalla struttura al cui interno avviene l’operazione. Il non rispetto di determinate regole di esecuzione chirurgica potrebbe comportare lesioni, deformazioni, perdite funzionali di un organo, riduzione della qualità della vita o anche la morte del paziente.  

Perforazione Intestinale o Lesione d’Organo

Nel momento in cui viene perforato l’intestino si ha un altissimo rischio che il materiale contenuto all’interno, e che possiede un’elevata carica batterica, possa generare una setticemia e successivamente una sepsi. Questo può causare danni molto gravi agli altri organi nonché la morte del paziente. Allo stesso tempo tra gli errori di questo genere rientra anche la lesione d’organo, la quale potrebbe seriamente compromettere il suo utilizzo nonché la vita del paziente stesso.

Chirurgia non Necessaria

Questo errore si verifica quando un paziente viene sottoposto a un intervento chirurgico senza che vi sia la necessità dello stesso. Quando questo tipo di intervento non necessario viene eseguito e provoca danni o complicazioni al paziente si genera un caso di responsabilità per errore medico.

Gestione non corretta del Paziente Chirurgico

Dopo un intervento chirurgico è necessario tenere sotto controllo il paziente operato per evitare che possano sopraggiungere complicazioni che potrebbero porlo in pericolo di vita. Dopo essere stato operato, il paziente deve essere collocato in una sala risveglio e durante il trasportato bisogna evitare di causargli lesioni del sistema osteo-articolare e nervoso. Qui deve essere controllato assiduamente. Se ciò non avviene vi è l’elevato rischio che il paziente lasciato solo possa avere delle complicanze post-operatorie di natura cardiaca, respiratoria, neurologica o chirurgica senza poter essere soccorso.

Infezioni Ospedaliere

Young woman suffering with corona virus infection lying on hospital bed with mask sleeping and resting while doctor taking notes of progress and writing on clipboard in background wearing ppe kit

Le infezioni ospedaliere rappresentano oggi una delle cause di morte con la percentuale più elevata. Si tratta di infezioni che il paziente contrae durante la degenza in pronto soccorso o nei reparti ospedalieri e che quindi non aveva nel momento in cui ha fatto ingresso nella struttura sanitaria. Questo tipo di infezioni sorge a causa di microorganismi patogeni che si trovano in ambienti nosocomiali e che a volte sono resistenti agli antibiotici più comuni. Generalmente queste infezioni sorgono a causa di pratiche sanitarie scorrette che non consentono di isolare i germi che sono ad alta trasmissibilità.

Molte infezioni possono prendersi anche a seguito di un intervento chirurgico, infatti si stima che almeno il 60% delle infezioni post operazioni chirurgiche potrebbe essere evitato se solo si seguissero le linee guida di prevenzione.

Le principali fonti da cui potrebbe derivare una infezione ospedaliera sono:

Per quanto riguarda i meccanismi di trasmissione, le infezioni ospedaliere possono trasmettersi per mezzo di:

Le infezioni ospedaliere possono svilupparsi maggiormente in alcune sedi:

Tra le infezioni ospedaliere, quelle maggiormente contraibili sono:

Ci sono poi anche i virus che possono essere contratti, tra cui:

Errori Diagnostici

Medical staff working at the hospital: doctor and nurse checking a patient's medical record on a clipboard, healthcare and medical exams concept

Si parla di errore diagnostico ogni qualvolta un medico sbaglia a individuare una patologia, generando poi diverse conseguenze negative legate all’avanzamento della malattia, alla sua guarigione e anche alla riduzione dei giorni di vita per il paziente. Una diagnosi sbagliata, inoltre, impedisce al paziente di poter scegliere quali terapie effettuare lenendo il suo diritto all’autodeterminazione.

L’errore diagnostico può configurarsi ogni qualvolta un medico ometta di eseguire determinati controlli e accertamenti che sarebbero in grado di dare una corretta diagnosi. Inoltre, ogni medico ha l’obbligo di effettuare una diagnosi differenziale, ovvero di porre in essere quel procedimento logico che va a escludere le varie patologie in base ai sintomi del paziente.

La condotta dei medici è soggetta a responsabilità tutte le volte che:

  • I sintomi si ricollegano a due tipi di patologie ma non si procede a ulteriori accertamenti;
  • Non c’è la certezza che si tratti di una determinata diagnosi e il medico non effettua ulteriori approfondimenti;
  • Il medico non accerta le reali condizioni del paziente basandosi solo sull’anamnesi fornita dallo stesso.

 

L’errore diagnostico che viene posto in essere poiché senza rispettare gli standard di cura richiesti dalle leges artis della medicina rientra nei casi di negligenza o imperizia medica.

Una diagnosi errata potrebbe determinarsi anche a seguito di

In particolare:

Malfunzionamento dovuto a problemi tecnici di fabbricazione (non causati dall’utilizzatore)

Potrebbe accadere che alcuni macchinari utilizzati nelle strutture sanitarie o presso alcuni medici non funzionino correttamente per problemi tecnici o di fabbricazione. Per evitare questo, tutte le apparecchiature mediche dovrebbero essere sempre sottoposte a controlli. Il mancato esperimento degli stessi potrebbe causare danni a chi viene sottoposto a esami mediante l’utilizzazione di macchinari non controllati.

Malfunzionamento dovuto all’utilizzatore (manutenzione, impostazione, altri errori d’uso)

Può accadere, invece, che alcune apparecchiature non funzionino correttamente per errori dell’utilizzatore determinando un risultato errato degli esami effettuati. A sua volta, questo potrebbe comportare una errata diagnosi, la quale va a ledere il diritto alla salute dei pazienti.

Uso in condizioni non appropriate

L’utilizzo di macchinari in condizioni non appropriate potrebbe determinare risultati non perfettamente corretti e quindi anche in questo caso si potrebbero determinare diagnosi errate.

Utilizzo oltre i limiti di durata previsti

L’utilizzo di un macchinario ormai datato non consente di effettuare un esame correttamente e comporta anch’esso il rischio di dare una diagnosi sbagliata.

Errori Terapeutici

Anesthetist surgery doctor professional team are working in hospital operating room

Questi errori possono essere commessi da medici, operatori sanitari e farmacisti nel momento in cui prescrivono, somministrano, assumono o conservano i farmaci. Anche questa tipologia di errore potrebbe determinare l’insorgenza di una malattia o peggiorarne una già presente.

Errori di Prescrizione

Si verificano quando il medico potrebbe erroneamente prescrivere un farmaco al posto di un altro o prescrivere un dosaggio sbagliato. Quando una di queste possibilità cagiona la morte o un’altra nefasta conseguenza per il paziente, si genera un caso di responsabilità medica.

Errori di Preparazione

Può accadere che nella preparazione di un farmaco possano sbagliarsi i dosaggi o le componenti. Anche in questo caso l’errore commesso potrebbe causare danni o addirittura la morte del soggetto interessato.

Errori di Trascrizioni

Le prescrizioni dovrebbero sempre essere scritte in modo chiaro e leggibile, poiché i nomi di molti farmaci sono simili e ci si potrebbe confondere. Stessa cosa vale per le prescrizioni elettroniche, in quanto utilizzando caselle di controllo o elenchi scaricati si potrebbe selezionare il farmaco sbagliato. Anche questa tipologia di errori, dunque, può comportare conseguenze negative per il paziente nonché danni permanenti.

Errori di Somministrazione

Possono aversi quando non viene eseguita correttamente la gestione del farmaco, ovvero non vengono individuati i rischi collegati a una sbagliata somministrazione dello stesso in termini di dosaggio e quantità. Un errore del genere si verifica quando c’è un errata comprensione delle dosi da somministrare oppure quando viene somministrato il farmaco destinato ad un paziente ad un altro.

Errori di Monitoraggio della Terapia

Si verificano quando non si controlla che una determinata terapia venga effettivamente seguita.

Errori in Pronto Soccorso

Errori in Pronto Soccorso

Il Pronto Soccorso è quell’unità operativa dell’ospedale al cui interno vengono prestati i primi soccorsi e le prime cure nei casi di urgenza. Ogni paziente viene assistito non in base al suo arrivo bensì in base al grado di urgenza delle sue condizioni, le quali vengono stabilite al triage. Verrà, dunque, assegnato un codice di colore diverso in base alla gravità delle condizioni in cui si arriva.

Qui dovranno necessariamente essere prese tutte le informazioni rilevanti sui pazienti, tra cui la storia e i suoi disturbi fisici. Quando questa fase viene eseguita in modo molto frettoloso si potrebbero omettere delle informazioni importanti, le quali potrebbero non consentire di diagnosticare al meglio la problematica sofferta.

L’assegnazione del colore è un’operazione molto importante, infatti non a caso, gli errori più frequenti in Pronto Soccorso si verificano proprio per l’errata assegnazione del triage, la quale comporta gravi conseguenze tra cui:

  • ritardi nelle cure;
  • omessa diagnosi di patologie molto gravi;
  • problemi di comunicazione tra i vari reparti ospedalieri per l’assegnazione del paziente.

Un’altra problematica sovviene quando vengono eseguiti esami in Pronto Soccorso ma i risultati non vengono poi prontamente comunicati al paziente o agli altri operatori sanitari. Questo potrebbe contribuire a peggiorare gravi condizioni che se prese in tempo potrebbero salvare la vita a soggetti che si trovano in determinate condizioni. Alcuni esempi possono essere l’infarto o l’ictus.

 

Tra gli altri principali fattori di rischio di errori in Pronto Soccorso troviamo:

Errori in Anestesiologia

Procedure of anesthesia for surgery to treatment patient in operating room. Healthcare and medicine concept.

L’anestesia è un procedimento molto delicato che se non viene eseguito alla perfezione potrebbe causare danni molto gravi, nonché la morte del paziente.

I principali errori legati all’anestesia possono essere:

I fattori che potrebbero far commettere errori in questo campo sono i seguenti:

Durante l’anestesia generale è molto importate la pratica dell’intubazione la quale subentra poiché al paziente vengono somministrati farmaci che non gli permettono di respirare autonomamente durante l’operazione chirurgica. Ma l’intubazione deve essere eseguita con molta attenzione in quanto potrebbe causare danni non solo ai denti ma anche fastidi alla gola e in casi rari potrebbe provocare danni ai tessuti ed emorragie. Qualora ciò si verifichi, creerebbe gli estremi per un caso di responsabilità medica.

Errori in Gravidanza e post-Parto:

In the hospital young beautiful woman in labor pushes to give birth, obstetricians assisting

Tutti i danni da parto generalmente sono dovuti a errori di ginecologi, ostetrici e infermieri che non hanno agito in modo appropriato per tutelare la madre e il nascituro. Tutto ciò implica gli estremi della malasanità. Quando il danno da parto è correlato ad un errore medico, il nascituro e la sua famiglia hanno diritto a ricevere un risarcimento per i danni subiti.

Alcuni esempi possono essere:

Danni da Parto

I danni da parto comprendono tutte le lesioni che possono verificarsi durante la gestazione, al momento del parto o della nascita di un bambino. Sono dovuti a causa di un trauma o alla mancanza di ossigeno o da mancata diagnosi prenatale di malattie o malformazioni congenite.

Ogni tipo di lesione può essere di grado diverso, dalla più lieve alla più grave la quale può provocare invalidità permanenti e comportare anche la morte del nascituro.
Alcuni esempi di danni da parto sono: emorragie cerebrali, paralisi cerebrali infantili, ictus, convulsioni, sindrome da aspirazione di meconio ecc

Conseguenze dei danni da parto

I danni da parto più gravi possono cagionare delle lesioni permanenti sia alla madre che al nascituro, per esempio un bambino affetto da paralisi cerebrale può aver bisogno di diverse terapie e trattamenti per tutto il decorso di vita. In altri casi possono essere necessari trattamenti come l’ipotermia, la terapia fisica, la terapia occupazionale, la logoterapia, il botox o la chirurgia.

1.   Danni causati da mancata / errata diagnosi prenatale di malattie o malformazioni congenite.

Durante una gravidanza e soprattutto nei primi mesi, la gestante deve essere a conoscenza delle possibilità che il futuro nascituro possa essere affetto da malattie congenite o malformazioni. È dunque necessario effettuare delle tecniche di screening e di diagnosi prenatale nonché porre in essere dei metodi di prevenzione delle stesse.

Queste procedure permetteranno di riconoscere tutta una serie di patologie genetiche o infettive come ad esempio: HIV, miopatia, Sindrome di Turner, Sindrome di Patau, Sindrome di Edwards, Citomegalovirus, Carenza di G6pd, Herpes simpex e anomalie cromosomiche come la Sindrome di Down.

Una piccola percentuale di gravidanze può poi presentare difetti congeniti, cioè anomalie che si sviluppano durante la vita embrionale o fetale.

Essi possono riguardare per esempio una anomalia fisica o un difetto cromosomico o genetico.

Tra le anomalie congenite rientrano:

Nel momento in cui si riscontrano delle anomalie ecografiche è opportuno eseguire delle ecografie più approfondite.

Tra le anomalie cromosomiche invece rientrano le:

Suddette anomalie cromosomiche possono essere riscontrate tramite esami che permettono di individuare il rischio che il feto ha di avere una anomalia.

Quindi si tratta di un esame che non consentono di riconoscere la patologia ma di verificare se sussiste la possibilità che essa si presenti.

Nelle coppie che presentano fattori di rischio è necessario eseguire dei test di diagnosi prenatale, i quali consentono di verificare l’esistenza di malattie quali:

In riferimento ai danni derivanti da mancata/erronea diagnosi prenatale di malattie o malformazioni congenite, i principali errori che possono commettersi sono:

Nel 2012 la Cassazione ha stabilito che qualora il medico non segnali alla gestante l’esistenza di diversi esami in grado di accertare una malformazione congenita e impedendo alla stessa di venire a conoscenza della suddetta malformazione del concepito, quest’ultimo anche se privo di personalità giuridica fino al momento della nascita, nel momento in cui nasce ha DIRITTO ad essere risarcito per il danno causatogli consistente nel non essere nato sano.

2.  Danni da nascita indesiderata

Qualora a seguito degli esami si riscontrasse una malformazione o un’anomalia genetica la coppia ha il diritto di venirne a conoscenza e avrà la facoltà di decidere se interrompere la gravidanza o portarla a termine.

L’interruzione della gravidanza è un DIRITTO della coppia ed esso viene violato nel caso in cui il medico non rileva la malformazione del feto (entro i limiti previsti dalla legge 194/78).

Il danno da nascita indesiderata quindi si verifica quando viene violato il diritto di uno o di entrambi i genitori di non avere figli o di non portare a termine la gestazione.

Ciò può accadere quando:

  1. Un bambino nasce contro la volontà del genitore, per esempio nel caso di insuccesso di un intervento abortivo o nel caso di insuccesso di un intervento di sterilizzazione
  2. Al genitore vengono omesse circostanze che lo avrebbero potuto indurre ad interrompere la gravidanza, per esempio nel caso di errori nella diagnosi prenatale.

Il risarcimento del danno da nascita indesiderata che scaturisce dall’errore diagnostico, impedendo alla madre del nascituro l’esercizio del diritto di interruzione della gravidanza, spetta anche ai fratelli del bimbo malformato.

L’accertamento della responsabilità medica rende necessario accertare la sussistenza della COLPA e del NESSO CAUSALE. Sarà onere della struttura sanitaria dimostrare di aver osservato la diligenza necessaria per svolgere il suo lavoro. Per esempio nel caso di:

  1. Intervento abortivo o sterilizzazione non riusciti: la struttura sanitaria è tenuta a dimostrare di aver rispettato le regole proprie di questi interventi e ciò sarà difficile da fare nel caso in cui l’aborto o la sterilizzazione non siano andati a buon fine;
  2. Omessa/mancata diagnosi di malformazioni o malattie congenite del nascituro: la struttura sanitaria o il medico privato in questo caso dovrà dimostrare che gli esami da lui effettuati, quali l’ecografia, la radiografia o l’analisi della genetica della gestante, non gli hanno consentito di verificare l’esistenza di una malformazione o malattia. Inoltre sarà necessario stabilire se poteva praticarsi l’aborto e se la gestante lo avrebbe voluto.

I danni risarcibili in questi casi sono:

3.  Danni durante il travaglio e il parto

Il travaglio e il parto sono momenti molto delicati durante i quali però possono commettersi errori  in grado di mettere a repentaglio la vita della futura mamma e del bambino. Tra i possibili errori ci sono:

Nel momento in cui si verificano delle complicanze che comportano danni permanenti e gravi sia alla mamma che al bambino siamo in presenza di casi di malasanità in gravidanza.

Una delle ipotesi di negligenza più gravi da cui possono scaturire danni al futuro nascituro è la TARDIVA ESECUZIONE DI UN PARTO CESAREO.

Lì dove sia necessario eseguire un parto cesareo d’urgenza e questo non viene effettuato nel tempo che va dai 5 ai 30 minuti, a seconda delle circostanze, o nel caso in cui i medici prolungano il travaglio più del necessario, è possibile che ciò possa comportare lesioni alla nascita.

Può accadere che il parto cesareo d’urgenza non venga effettuato nonostante ci sia una situazione di sofferenza fetale o ancora può accadere che esso venga ordinato ma la struttura sanitaria non è equipaggiata.

I CASI in cui è necessario eseguire un cesareo d’urgenza sono:

  • Sofferenza fetale: essa ha luogo quando la frequenza del battito cardiaco del feto diminuisce o rimane basso per un lungo periodo. Ciò può aversi a seguito di epidurale, di un abbassamento repentino della pressione materna o di emorragie causate per esempio dal distacco della placenta
  • Placenta previa: ciò si verifica quando la placenta si trova in basso nell’utero e copre il collo dell’utero
  • Placenta accreta: consiste in un difetto di adesione della placenta alla parete uterina e in questo caso è anche molto importante la diagnosi precoce, la quale può consentire di pensare a strategie di intervento da adottare
  • Rottura dell’utero: può verificarsi quando l’utero si lacera durante il travaglio e il parto
  • Prolasso del cordone ombelicale: questo accade quando il cordone ombelicale fuoriesce prima che il bambino nasca
  • Arresto della progressione del travaglio: può accadere che il collo dell’utero non si dilati abbastanza o il travaglio si rallenti o addirittura si interrompa

La mancata esecuzione di un cesareo d’urgenza può causare lesioni gravi al nascituro come:

Tra gli ERRORI che possono essere commessi durante il parto rientra la somministrazione errata di ossitocina, un farmaco che viene somministrato per indurre il parto o accelerare il travaglio. Nel caso in cui viene data una dose eccessiva dello stesso, ciò può causare delle lesioni alla madre e al nascituro, come encefalopatia ipossico-ischemica o asfissia perinatale, lesioni traumatiche e paralisi cerebrale infantile.

Inoltre oltre a causare una riduzione di ossigeno al bambino, l’ossitocina può favorire l’acidemia fetale cioè il sangue del bambino può risultare molto acidico alla nascita e questo può provocare numerosi danni alle cellule del corpo del bambino e al suo cervello. Alcune complicazioni sono: sofferenza fetale, ipertensione, bradicardia, convulsioni neonatali, ittero, emorragie della retina.

Mentre nella madre l’ossitocina può causare la lacerazione dell’utero e ulteriori conseguenze sono: emorragie post-partum, tachicardia, bradicardia, ipotensione, ipertensione, shock anafilattico o ematoma pelvico.

A seguito del parto anche la madre del bambino può riportare delle complicanze e subire dei danni a causa di inadempimenti posti in essere dai sanitari della struttura. Quando ciò si verifica anche il neonato è in grado di ottenere un risarcimento per aver perso la possibilità di avere fratelli.

È il caso di una donna che subito dopo il parto ha subito una isterectomia totale che le ha negato la possibilità di avere altri figli in futuro. Il marito e la figlia appena nata, ovviamente rappresentata dai genitori, hanno chiesto il risarcimento per i danni subiti in via riflessa. Nonostante i primi due gradi di giudizio avevano negato il risarcimento alla figlia, la Cassazione con ordinanza n. 17554 ha accolto il ricorso, limitatamente al motivo riguardante il risarcimento della figlia in via riflessa, riconoscendo suddetto danno.

4.  Danni causati da trauma

Al secondo gruppo appartengono i danni da parto causati da un trauma e rientrano tutte le lesioni che il bambino può subire durante il parto a causa di forze meccaniche, cioè trazioni o compressioni. Questi traumi interessano il cervello, la colonna vertebrale, i nervi e le ossa.

Tra i danni causati dai traumi troviamo:

  • Emorragie intracraniche: si tratta di un coagulo di sangue che può verificarsi all’interno del cranio o del cervello del bambino. Le emorragie possono dividersi in emorragie cerebrali (il sanguinamento si verifica all’interno del cervello), emorragia subaracnoidea (il sanguinamento si ha all’interno delle due membrane che coprono il cervello), emorragia intraventricolare (il sanguinamento si verifica all’interno del sistema ventricolare del cervello, dove si produce il liquido spinale), emorragia/ematoma subdurale (consiste nella rottura dei vasi sanguigni nella zona compresa tra la superficie del cervello e lo strato di tessuto che separa il cervello dal cranio), cefaloematoma (il sanguinamento si ha tra il cranio e la sua copertura)
  • Paralisi ostetrica: questo tipo di paralisi è causata da lesioni ai nervi del plesso branchiale, situati nella zona del collo, e si verifica quando il ginecologo esercita una trazione eccessiva sulla testa del bambino bloccato nel canale del parto
  • Fratture al neonato: applicando una forza eccessiva possono causarsi fratture durante il parto
  • Lesioni alla spina dorsale e ai nervi cranici: queste lesioni possono verificarsi solo nei parti complicati, come il parto podalico o nel caso in cui ci sia il posizionamento di faccia del bambino

5.  Danni causati da mancanza di ossigeno

Al primo gruppo appartiene l’Encefalopatia Ipossico-Ischemica, un danno al cervello causato dalla diminuzione o dalla mancanza di ossigeno nel feto o nel neonato nel momento in cui nasce.
Si tratta di un tipo di lesione che può essere evitata ed è in genere causata da errori nella diagnosi o nel trattamento della sofferenza fetale. In questi casi è necessario prendere subito delle misure per arginare il problema, come effettuare un parto cesareo d’urgenza. Questo tipo di danno può essere provocato da:

6.  Danni causati da prematurità

Al terzo gruppo appartengono tutte le lesioni che possono verificarsi quando un bambino nasce prematuro, cioè prima dello scadere del termine.
I sanitari sono tenuti a evitare che ciò accada o quanto meno a diminuire i danni da esso derivanti, come la paralisi cerebrale infantile, la leucomalacia periventicolare e la retinopatia del prematuro.

I medici possono somministrare dei farmaci per fermare le contrazioni, far maturare i polmoni del bambino o ancora potrebbero effettuare il cerchiaggio della cervice per evitare il parto.

Ma anche le infezioni prese dalla madre e non curate possono essere trasmesse al bambino e causarne il parto prematuro

Nei casi più gravi potrebbe esserci anche la morte del nascituro, dovuta a danni da parto ed errori dei medici presenti al momento del parto.

Generalmente gli eventi che causano la morte del neonato sono evitabili e causati da azioni negligenti.

In relazione a questo tipo di evento è riconosciuto in giurisprudenza il DIRITTO al risarcimento del danno per perdita del rapporto parentale.

I termini di PRESCRIZIONE del diritto al risarcimento del danno da responsabilità medica e chirurgica decorre dal giorno in cui la malattia viene percepita o può essere percepita con l’uso della ordinaria diligenza quale danno ingiustoconseguente al comportamento del terzo. I termini di prescrizione sono di:

  • 5 anni per la responsabilità extracontrattuale del medico (art. 2947 c.c.)
  • 10 anni per la responsabilità contrattuale della struttura ospedaliera (art. 2946 c.c.)

Per ottenere un risarcimento il danneggiato dovrà dimostrare il rapporto contrattuale con la struttura ospedaliera e l’errore medico che ha provocato i danni.

Inoltre bisognerà provare il nesso di causalità tra le lesioni e la condotta colposa omissiva o commissiva del medico. Spetterà alla struttura sanitaria dimostrare che l’errore eventualmente commesso sia stato dovuto da una causa ad essa non imputabile poiché inevitabile ed imprevedibile (sentenza Cassazione n.7044 del 2018).

Quindi i PRINCIPALI DANNI che potrebbero derivare da una mancata o erronea diagnosi di malattie o malformazioni sono:

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